Esposizioni canine? Si… ma con moderazione!

alano doppio merle

Argomento spinoso pure questo, perché come sempre in cinofilia, anche a riguardo le expo ci sono opinioni forti e contrastanti, frasi ad effetto e luoghi comuni a volte al limite del diffamatorio e di conseguenza le solite caciare.

Cosa sono in realtà le esposizioni canine (di bellezza?), sono manifestazioni in cui un esperto giudice è chiamato a valutare varie razze di cui è appunto esperto, dopo aver studiato e dato esame. Il giudice, oltre ad esprimere un giudizio con dettagli vari riguardo al soggetto, coda, pelo, occhi, orecchie, movimento, appiombi, dorsale, colore del manto o degli occhi, espressione ecc ecc, controllare i denti e (nei maschi) i testicoli, dà anche un giudizio che va dal non giudicabile (in genere per problematiche caratteriali/comportamentali) al fuori standard (squalificato, in cui si può addirittura riturare il libretto delle qualifiche e diffidarlo dal ripresentasi di nuovo), al sufficiente, buono, molto buono ed eccellente, dove molto buono ed eccellente sono i più gettonati. Sotto il molto buono è difficile trovare giudizi, anche se succede, e dovete sapere che già il ricevere un molto buono può indisporre non poco alcuni espositori.

A cosa serve portare un cane in expo? Beh ovviamente per averne un giudizio su di lui, e di solito non ci si ferma ad una sola volta, perché ogni giudice ha la sua visione della razza, a uno magari il nostro cane piace un sacco, dà un bel giudizio, esaltando che so, il colore degli occhi, la volta dopo un altro giudice sentenzia che gli occhi sono troppo chiari e ci da un molto buono. Quindi diciamo che una volta non può bastare, per dire di avere un buon soggetto in standard. Già perché quando si dice “bello” riferto alle Expo, si intende perfettamente aderente allo standard. Io posso avere un cane che la gente guardandolo dice “che bello che è”, ma impugnando lo standard della razza a cui appartiene magari è un soggetto completamente fuori standard quindi “brutto”.

Ora, lo standard di una razza dovrebbe descrivere la morfologia e il movimento tipico che deve avere una determinata razza per svolgere il lavoro per cui è stata selezionata, mentre le prove ad esse destinate, dovrebbero testare o l’attitudine (test attitudinali) o la preparazione ottenuta (prove di lavoro) dal soggetto nello svolgere il compito in questione. Ciò che è successo però per molte razze, è che si è creata una dicotomia per cui ci sono linee di sangue utilizzate per il lavoro vero, nel senso usati davvero da chi svolge un compito, per sport o proprio per procacciarsi il cibo, per capirci, es pastore con cani da pastore in transumanza con le pecore, oppure prendo un setter perché ci vado a caccia, e le linee di cani che il lavoro vero non lo fanno nella vita, che magari superano test o prove attitudinali per dimostrare di essere ancora all’altezza del compito a loro disegnato, ma di fatto non sono al pari come abilità, ai soggetti che lavorano per davvero, ma sono però più appariscenti alla vista. Il setter di prima ad esempio, se è da lavoro avrà il pelo più compatto e corto, quello da esposizione un pelo lungo e folto (come prima differenza che balza all’occhio ma non sarà di certo l’unica). Partendo dal presupposto che lo standard dovrebbe essere lo stesso in tutte le linee di sangue, di fatto ci sono forti differenze sia morfologiche che attitudinali/comportamentali fra le linee da expo e quelle da lavoro, e in genere quelli che hanno/allevano soggetti da lavoro, prendono in giro quelli che hanno soggetti da expo dicendo che sono buoni a nulla, bamboline inutili e altre carinerie, mentre quelli che hanno/allevano linee da bellezza dicono che quelli da lavoro sono brutti, sono dei meticci ecc. Esempi tipici di soggetti molto diversi fra loro, ormai, nella versione lavoro e bellezza sono i classici pastori tedeschi, ma anche i border collie, per citarne due fra i più noti. Ciò che succede di solito è che chi vuole titoli di lavoro deve comunque dimostrare che il soggetto è in standard, e in genere non si richiede l’eccellenza, ma buono o molto buono per questo. Ma anche chi alleva cani “da bellezza” se di razze sottoposte a prove di lavoro, deve dimostrare che il soggetto è ancora in grado di superare almeno una prova minima sindacale, quando magari i soggetti da lavoro fanno cose molto più difficili e vanno ai campionati del mondo di discipline sportive, o per lo meno, vorrebbero ecco. Perché ovviamente non è da tutti, ne è sufficiente avere un buon cane per andarci, ci vuole anche un buon preparatore e un buon conduttore (e spesso anche un po di culo, che non guasta mai…).

Questo vale per chi vuole tenere un minimo di qualità nell’alevamento, perché di fatto vale sempre la regola che in italia, nulla è obbligatorio per riprodurre un cane con pedigree e generare figli con pedigree, tranne possedere un pedigree, purtroppo, ne per quanto riguada la salute, ne lo standard, ne l’aspetto comportamentale/attitudinale.

Andando in esposizione si chiudono anche dei titoli, e quello che in genere serve per chiudere titoli è un certo numero di CAC (certificato di attitudine al campionato), e CACIB (certificato di attitudine al campionato internazionale di bellezza) e per averlo requisito minimo è ottenere l’eccellenza, e “battere gli avversari di categoria”. Poi ovviamente si decide anche chi è il miglior maschio e la migliore femmina, e chi fra i due è il migliore di razza (BOB), ma anche se fare il BOB è gratificante, tutto gira attorno ai CAC/CACIB. Questo per i soggetti adulti, ed evito di andare oltre perché se volete il regolamento completo delle esposizioni canine lo trovate anche sul sito ENCI, ma spiegarvelo per intero non era lo scopo del nostro articolo, quindi vi rimando al link se volete approfondire. Volevo però puntualizzare che un molto buono, anche se molti lo considerano uno smacco, non è un brutto giudizio, vuol dire che il soggetto è in perfetto standard, anche se magari non è proprio eccezionale, oppure che non è in perfetta forma, o non è presentato benissimo, già perché a presentare i cani, bisogna anche saper fare, ed ecco che molti si affidano a professionisti del settore che di mestiere presentano cani di altri, dopo averli eventualmente dressati (preparati) e passato del tempo con loro anche per farci rapporto. Si chiamano handler, ed è molto probabile che se il vostro cane lo presentate voi, perfetti neofiti alla prima esperienza, non faccia una gran bella figura, mentre se ve lo presenta un bravo handler vi fa pure il migliore di razza.

Ora, ci sono persone che sostengono di andare in esposizione ogni fine settimana perché “si divertono”, certo ognuno si diverte come preferisce, non ci piove, però io si mi ci diverto, ma se ci vado una volta ogni tanto, e allora si incontrano persone del settore, appassionati come noi, gente che magari non vedi da un po, ti confronti, fai due chiacchiere, vedi i soggetti che girano, magari fai acquisti agli stand di cose che si trovano solo li… ma alla fine ti alzi presto, torni tardi, fai tanta strada per fare 30 secondi in un ring, come in tante discipline cinofile eh, ma farlo per una gara di agility mi stanca meno, perchè per me farlo ogni week end diventa noioso, a me con i cani piace fare anche tante altre cose. Io con i cani faccio appunto agility, pet therapy, ricerca dei dispersi, mi sono cimentata anche un po’ in obedience, ma mi piace anche portarli al mare, in montagna o a fare altre cose più divertenti.

Ora sfatiamo un mito, i cani non soffrono in expo, se sono equilibrati educati e ben socializzati, non soffrono come non soffrono al ristorante, in centro e in tante altre situazioni alle quali io abituo tutti i miei cani. I cani in expo soffrono, innanzitutto se sono cani che vivono blindati in box nel silenzio di un fondo agricolo da cui non sono mai usciti, dove non hanno fatto nulla nella vita, e si trovano catapultatii un mondo caotico pieno di rumori cani e persone e non sono in grado di gestire la situazione, e cani così ahime ce ne sono, oppure soffrono se li lasci in gabbia tutta la giornata, se li gestisci male, se non li tiri mai fuori se non per portarli dal giudice e rimetterli via, senza nemmeno farli sgambare e fargli fare i bisogni, tanto che si devono liberare in posti inopportuni, perché l’alternativa è in gabbia, e succede, che ci sia chi li tiene così, come che ci siano cani che sono stati costretti a liberarsi in gabbia, ma non è la normalità per fortuna, i cani non soffrono solo per il fatto che sono li se non hanno problemi particolari, e a parte alcune razze che da standard non gradiscono certi ambienti, può un cane top di razza avere questi problemi? Se poi lo devo riprodurre? In teoria non dovrebbe ecco, quindi diamo per scontato che un buon soggetto, in expo, se ben tenuto non soffre.

Comunque certo, alle esposizioni anche io ci vado, per forza che ci vado, e quando ho buoni risultati gongolo anche io, come tutti. Qualche titolo l’ho chiuso e lo chiuderò ancora anche io, avendo un allevamento è il minimo, infatti dico sempre che io faccio il minimo sindacale. Non si può allevare una razza e mettere in riproduzione soggetti senza averli fatti vedere almeno ad un paio di giudici e aver avuto conferma che sono tipici. Ma non ne faccio una malattia, non sono una accumulatrice seriale di CAC CACIB BOB e campionati vari, e secondo me il valore aggiunto dei miei cani non è “hanno vinto il campionato di”… ma che sono sani e dall’ottimo carattere. Poi sinceramente io preferisco appunto potermi dedicare anche ad altre cose altrettanto gratificanti e a volte decisamente più utili.

Ora nella nostra razza non esiste prova di lavoro per la FCI, e non esistono linee da lavoro e linee da bellezza per cui se prendi un soggetto di certe linee sei pressoché sicuro che abbia doti lavorative, anche in quanto razza giovane, quindi auspicandomi che col tempo, soggetti idonei al lavoro ve ne saranno sempre di più, per ora sostanzialmente se vogliamo abbiamo solo le expo nel pastore svizzero, di ufficiale, per la selezione della razza, e un test morfo caratteriale (TMC) molto blando che sarebbe il caso di superare. Insomma si spera avremo la buona volontà di far qualcosina lavorativamente parlando, cercando magari di riprodurre soggetti più idonei al lavoro, che non sempre sono i più “belli”, ed è proprio per questo che si rischia di arrivare sempre alla dicotomia di cui sopra.

Il punto è anche che la nostra razza è per lo più cercata dalla maggior parte delle persone come cani da compagnia, per la sua fama di essere più da famiglia rispetto al cugino tedesco, adatto ai bambini e quant’altro, e per fare questo non serve essere figli del cane più bello del mondo, del resto la maggior parte dei cani che vendiamo finiscono nei giardini e sui divani a fare compagnia a degli umani, e per i loro proprietari sono “il cane più bello del mondo” anche nell’eventualità in cui, portandolo in expo, il giudice darebbe un giudizio orribile. Per questo alla fine io ho piacere di avere soggetti belli o meglio “tipici”, se vincono expo ripeto non mi dispiace (e vorrei vedere), ma cerco di concentrarmi di più sulla salute e sul loro carattere, crescere cuccioli ben socializzati ed equilibrati, riproducendo solo soggetti sani e dal buon carattere. E avere più tempo per godermi i miei cani, proprio come fa qualsiasi famiglia con l’amico a 4 zampe. Del resto qui dormono sul divano e stanno tutti insieme, anche se sono diventati un po tanti, ma restano cani da famiglia! Finché posso/riesco voglio avere un branco/famiglia vario e variegato, cani educati che possono andare ovunque e affrontare ogni situazione, e preferisco avere un branco equilibrato e armonico che vive libero sul terreno di casa, tutti assieme, con le loro dinamiche affascinanti ed utilissime, specialmente nel crescere i cuccioli, o “raddrizzare” ospiti a 4 zampe problematici, e non cani che sgambano un tot al giorno ma che vivono separati, ciascuno nel suo box.

Detto questo, certo noi comunque continueremo a frequentare anche le expo… ma con moderazione!

About the Author: admin