Se prima il problema era che i cuccioli venissero separati da mamma e fratelli per essere consegnati ai nuovi proprietari troppo presto, ora si rischia il problema opposto, ovvero che vengano ceduti troppo tardi, o meglio, al vecchio problema, che rimarrà sicuramente, rischiamo di aggiungerne un nuovo.
In questi giorni è infatti scoppiata una polemica, riguardo al momento di adozione dei cuccioli in allevamento, e questo perché è venuta in qualche modo all’attenzione di ENCI la nuova legge regionale sul benessere animale approvata per la regione Lombardia.
Parte della polemica è dovuta al fatto che una legge simile era già in vigore da parecchio anche nella regione Marche, ma nessuno in ENCI ha detto niente, quando invece si tocca la Lombardia allora si movimentano, ma aldilà di questo, è giusto o non è giusto cedere i cuccioli a 90 giorni come dice la legge regionale di marche e Lombardia? O andavano bene i 60 giorni di prima, e che tuttora sono in vigore nelle altre regioni ?
È giusto quello che si auspicano alcuni, ovvero che i 90 giorni siano estesi a tutte le regioni? o è giusto tornare a 60 giorni in tutta la regioni?
E visto che il tempo di permanenza del cucciolo presso il luogo di nascita è un argomento su cui spesso ci si scanna nelle animate discussioni fra cinofili, vediamo di approfondire l’argomento.
In realtà che cosa è meglio per cani?
Beh, come al solito non c’è solo bianco o solo nero, come al solito la vita è un insieme di infinite sfumature!
Diciamo che come sempre, queste sono leggi fatte per il benessere animale e per tutelare i cuccioli e i futuri adottanti da gente poco per bene che sfrutta gli animali e li tratta in maniera poco etica, ma come al solito chi ci rimetterà sarà sempre chi cerca di fare le cose secondo le regole, mentre i disonesti troveranno l’inganno per la nuova legge.
Innanzitutto… attenzione! Senza un microchip inoculato al piccolo, non c’è nessun modo di controllare la cosa, e il microchip dovrebbe, e ripeto DOVREBBE farlo inoculare dal proprio veterinario lo stesso allevatore. Ed è da chiarire anche il fatto che allevatore è chiunque faccia nascere dei cuccioli, anche non di razza. E la legge vale per qualsiasi cucciolo, anche non di razza, esattamente come, ribadiamo, qualsiasi cucciolo, anche non di razza, dovrebbe avere il microchip ed essere regolarmente intestato al proprietario della fattrice (ovvero la madre dei cuccioli, anche se per dire frutto di scappatella e non voluti!), ed essere ceduto al momento giusto, con regolare passaggio di proprietà, presso l’Ufficio Anagrafe Canina di competenza. E questo non ha niente a che vedere con eventuale pedigree, perché per la legge fa fede il microchip e chi ne è l’intestatario, di Razza o meno che sia l’animale. Mentre l’appartenenza ad una razza lo decreta solo l’avere un pedigree, che se manca, anche se il cane è in tutto e per tutto “come uno di razza”, è considerato comunque un meticcio, questo giusto per chiarire.
Spesso e volentieri, però, quelli che hanno cucciolate di meticci da accasare, il microchip ai cuccioli non lo fanno proprio, del resto figuriamoci i se lo mettono ai cuccioli, quando siamo pieni ancora di adulti che ne sono sprovvisti, e quindi molti come si suol dire “PRIVATI” non dichiarano/identificano i cuccioli tramite apposito microchip, come invece dovrebbero fare intestandoseli entro termini di legge il cucciolo. E purtroppo, spesso e volentieri non lo fanno neanche gli allevatori di cani con pedigree, i quali invece lo dovrebbero fare, per espletare le pratiche necessarie per ottenere il pedigree, per il quale ora è necessario dimostrare di aver inoculato il microchip. Ma questo dovrebbe farlo l’allevatore… appunto il proprietario della madre, invece alcuni allevatori poco onesti, lo fanno fare ai nuovi proprietari e poi si fanno mandare la fustella del microchip inserito dal veterinario del nuovo proprietario, e poi vanno a consegnare il modello B, necessario per far registrare il pedigree del cane, e dove deve essere indicato il microchip applicato al cane, microchip che in teoria ripeto avrebbe dovuto far applicare il veterinario del proprietario della madre, e non il nuovo proprietario! Quindi si parla di falsificare dovumenti ufficiali!
Ricordatevelo, se qualcuno vi propone di farlo, perchè la cosa è così frequente che ho sentito varie persone affermare che “il microchip lo deve mettere il nuovo proprietario”, quando PER LEGGE non è così, MAI, per nessun cucciolo, ed è diventata una credenza popolare molto diffusa, esattamente come quella che il pedigree costi centina di euro, ovvero la differenza di prezzo che spesso propongono “gli allevatori” per un cucciolo venduto con o senza pedigree, quando in realtà costa materialmente da 30 a 50 euro all’allevatore.
Facendo in questo modo, ovvero se è il nuovo proprietario ad inserire il microchip, il cane non risulta nato presso l’allevamento, cosi possono sfuggire alle leggi sul benessere animale eventualmente limitanti della loro zona. Ad esempio noi in Emilia Romagna abbiamo un massimo di due fattrici a testa e un massimo di 9 cuccioli nati ogni anno a testa (a testa inteso come proprietario del cane e non figli cane stesso), dopodiché bisogna fare i permessi come i grossi allevamenti o come i canili sanitari, il che diventata molto oneroso. E se si fanno pochi cuccioli e soprattutto non lo si fa di mestiere, non ha assolutamente alcun senso. Del resto anche i miei cani vivono sul divano con me e non in un freddo box…
Ma veniamo alla spiegazione etologica di cosa è meglio per il cucciolo, e qui ovviamente c’è un grande dipende, ci sono per questo stati grossi dibattiti, allevatori contro animalisti, volontari contro veterinari, ognuno dice la sua, e forse come al solito la ragione sta sempre un po’ nel mezzo.
Premesso che avevo già fatto un paio di articoli che parlano dei cuccioli e dei loro periodi sensibili, o di che cosa fare appena vengono adottati, articoli che trattano un attimino l’argomento e che potete leggere qui (sui periodi sensibili) e qui (cosa fare appena preso il cucciolo), ma vediamo di rinfrescare i punti salienti.
Premesso che il cucciolo non andrebbe MAI separato dalla mamma e dai fratelli, e se c’è il resto del branco, prima dei 60 giorni, per legge e per esigenze etologiche del cucciolo, che deve apprendere da mamma, e resto del branco se c’è, i primi ma fondamentali rudimenti di galateo canino. Il rischio se si prende il cucciolo troppo giovane, è che questo crescendo poi non abbia un buon autocontrollo, non recepisca gli stop, sia iperattivo e fatichi a concentrarsi e spesso e volentieri non sia in grado di comuunicare bene con i conspecifici, e ahime per la casa per noi e per lui soprattutto, che sviluppi ansia da separazione. Lo ripeto perchè purtroppo si sentono ancora tante persone che portano a casa il cucciolo a 35-40-45 giorni, insomma troppo presto!
Ma se invece rimane troppo? se rimane 90-120 giorni?
Il limite massimo per far socializzare il cucciolo con altri cani, nel caso non abbia avuto modo di vederne prima, sono le 16 settimane, e già con non poche difficoltà, di conseguenza un cucciolo avrebbe necessità di avere contatti anche con altri cani prima di questo periodo, e non solo stare con mamma e fratelli. Specie se i fratelli sono pochi o a volte nessuno. Appare quindi ovvio che se l’allevatore tiene i cuccioli in box isolati, come ahime fanno in tanti, e magari come accade spesso toglie la mamma presto perché i cuccioli le rovinano le mammelle o perché la mamma li rifiuta, i cuccioli si perdono una parte importante della socializzazione intraspecifica, non avendo l’opportunità di interagire con altri cuccioloni/adulti e con altri animali della stessa specie, in questo caso quindi direi che è fondamentale portarsi via il cucciolo il prima possibile. (Anche se MAI prima dei 60 giorni, lo ribadiamo).
Questo vale soprattutto per razze come ad esempio il lupo cecoslovacco che è molto più vicino al lupo ,il quale e ha un periodo di socializzazione ancora più stretto, e tende ad essere molto diffidente da adulto, in quanto appunto è in parte lupo, e di conseguenza andrebbe iper-socializzato a mille, rispetto ai cugini cani al 100%.
Il fatto è che purtroppo spesso nei box non manca solo la presenza di altri cani adulti e quindi zie, sorelle, papa ecc che danno una mano a mamma a crescere i cuccioli, ma mancano anche gli stimoli, fondamentali per il futuro equilibrio del cucciolo. Ricordatevi che un allevamento isolato in campagna, privo di rumori e di qualsiasi stranezza teconologica, non offrirà stimoli sufficienti al cucciolo, che diventerà ansioso e non sarà a suo agio in ambienti caotici una volta portato fuori da lì. Si parla di Stimoli di mantenimento, e di una soglia sopra la quale si ha una reazione di paura/allerta/attacco. Meno stimoli ci sono mentre il cucciolo cresce, meno basterà da adulti per destabilizzarli in qualche modo.
Ma in generale anche nei cani-cani, e non ibridi di lupo, che tendenzialmente hanno più tempo per socializzare prima che si chiuda il periodo, abbiamo alcune razze in cui, anche se un po’ deprivati e tenuti in ambienti poco ricchi e poco stimolanti, si recupera più facilmente, in altre razze, come quella ad esempio che allevo io, invece i piccoli hanno bisogno di fare molte più esperienze il prima possibile per essere sereni da adulti in ambiente caotico moderno.
Ora, è chiaro che se l’ambiente in cui vivono quando nascono, è ricco e stimolante, e vi sono vari adulti equilibrati oltre la mamma, e se a maggior ragione l’allevatore ha anche tempo di portarsi eventualmente in giro i cuccioli fuori dall’allevamento una volta fatto il primo vaccino, non c’è assolutamente bisogno di portarli via a due mesi, anzi, il permanere in un ambiente idoneo con mamma e branco non può che far loro bene, ma voi immaginerete anche che, purtroppo, questa non è la situazione classica, specie per grossi allevatori, e spesso anche volendo, anche avessero buona volontà di farlo, se i cuccioli sono tanti non sarà mai possibile dedicarvi abbastanza tempo quanto potrebbe fare una famiglia con un cucciolo solo. Contate che a volte ne fanno più di 10 nelle razze di taglia grande! E magari capita che nascano due cucciolate vicine.
Certo, se la famiglia è inesperta e l’allevatore invece ha tempo di farlo è meglio che rimanga in allevamento, ma se la famiglia ha un minimo di competenze o comunque si impegna a portare in giro il più possibile il cane, a seguire la sua socializzazione/educazione, magari facendosi aiutare da un esperto e/o portandolo ad una puppy class, sicuramente è meglio se il piccolo se ne va a 60 giorni.
Dicevano poi allevatori di razze da presa, come gli amstaff o i bull terrier ad esempio, che i cuccioli dopo una certa età si menano sul serio e diventa difficile gestirli, ed anche questi casi è meglio se li si porta via subito a 60 giorni.
Per quanto riguarda invece la socializzazione con l’uomo, le settimane limite sono 12, se entro la dodicesima settimana il cane non ha modo di interagire con l’uomo non sarà mai domestico come quelli che invece hanno avuto modo di farlo, magari si attaccherà molto a l’unico proprietario o al massimo il resto dei familiari, ma con gli estranei e con ambienti ricchi e stimolanti sarà molto probabilmente sempre in difficoltà, per questo da allevamenti diciamo così in batteria con cani chiuso in box e con minimi contatti con gli operatori, il cucciolo è meglio portarlo via il prima possibile. Parliamo però sempre di tipi di allevamento che non approvo e che per quanto mi riguarda, non dovrebbero esserci, ma di fatto la legge vale per tutti e di fatto questi tipi di allevatori ahime ci sono eccome. Quindi, ha senso la legge?
In realtà insomma, non c’è un’età precisa che sia meglio per tutti, dipende dalla razza , dipende dalle condizioni in allevamento, delle competenze degli allevatori, dalla competenza degli adottanti. Sicuramente se un allevatore ha tempo da dedicare al cucciolo singolarmente può anche permettersi di tenerli 3-4 mesi in allevamento, e sicuramente un allevatore esperto cederà ai futuri proprietari dei cuccioli educati e “impostati” meglio di quanto sa fare una famiglia media, ma questo non avviene quasi mai purtroppo, di conseguenza trovo che obbligare per legge a cedere TUTTI i cuccioli a 90 giorni sia assolutamente sbagliato, anzi controproducente, a meno che non si impegnino ad andare a controllare ogni cucciolata e le condizioni in cui è detenuta, ma lo vedo infattibile!
Tenete presente che, tra l’altro, per gli allevatori significherà alzare i costi, e questo penso non faccia piacere a nessuno, e ciò non potrà far altro che incentivare le adozioni illegali, i cuccioli ceduti senza microchip o presi su “subito.it” e portali simili da gente discutibile, perché ahime spesso le persone pensano che l’unica differenza fra un cucciolo e l’altro sia il prezzo. Inoltre lo vorrebbero il prima possibile e più piccolo possibile, e chi non segue la legge, di certo potrà “accontentarli” e ad un prezzo di favore (salvo trovarsi una molto probabile brutta sorpresa poi).
Questo è il mio pensiero, dopodiché se qualcuno decide di tenere i cuccioli più a lungo dei due mesi o qualcuno non riesce ad andare a ritirare il cucciolo a due mesi e lo lascia un po’ di più, è un altro discorso, ma obbligarli, e tutti no!
Ricordiamo di nuovo che il periodo di socializzazione si chiude 16 settimane e in queste 16 settimane più esperienze fa il cane è meglio è, quindi bisogna anche valutare ogni caso e quanto ha bisogno di socializzare o meno un rappresentante di una certa Razza.